Alecs' Blog

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Google TV arriva in Europa

La notizia che, entro la primavera, Google TV dovrebbe sbarcare in Europa, inizialmente su suolo britannico, mi ha colpito positivamente. Soprattutto perchè, essendomi registrato tempo fa alla newsletter relativa, mi è arrivata proprio l’altro ieri una email diretta agli sviluppatori con una importante novità : sui set-top-box di Google sarà disponibile Android e il relativo SDK (kit per gli sviluppatori ndr) da oggi è già disponibile.

Facciamo allora il punto.

Google TV è stata lanciata un annetto fa negli States ma è stata accolta male dal pubblico e avversata dai broadcaster con un flop di vendite a cui BigG non è solitamente abituata. Ma, a dispetto di questi risultati, Mountain View insiste e spinge ancora sul mercato Europeo con nuove funzionalità.

A mio avviso si tratta di una scelta coraggiosa ma giusta. Perchè, come ha ricordato Eric Schmidt, ciò che è stato interpretato come un assalto al ghiotto mercato della raccolta pubblicitaria televisiva, in realtà nasconde un concetto diverso e molto più ambizioso.

Se da un lato le emittenti televisive si ostinano a non riconoscere che anche il loro mondo sta cambiando, che la TV tradizionale come la abbiamo subita negli ultimi 50 anni è allo stadio finale e dovrà essere molto più interattiva, partecipativa e, probabilmente, molto meno oligopolista, dall’altro risponde a verità il fatto che il mestiere di broadcaster e/o content provider non solo non si improvvisa, ma possiede ancora barriere d’ingresso molto alte.

E allora da GoogleTV (e dai suoi concorrenti) cosa ci possiamo aspettare ? Personalmente ritengo che un aspetto che cambierà radicalmente il modo in cui utilizziamo il televisore è rappresentato dal fondere il concetto di Sistema Operativo e di Applicativo con quello di semplice Ricevitore di segnale e Display, ovvero ciò che negli ultimi mesi sta facendo breccia nel mercato con il nome di SmartTV.

In sostanza, proviamo ad immaginare non solo di leggere la posta e navigare dal televisore utilizzando il telecomando (siamo su concetti di una decina di anni fa che non hanno mai preso piede) o di vedere i video di YouTube o Vimeo sullo schermo del tv, ma pensiamo di poter accedere ad applicativi in uno store in Rete e scaricarli al volo (pagandoli) come per esempio un ricettario aggiornato ogni ora in base alla stagione e alle festività, piuttosto che, immaginando di integrare un GPS o A-GPS al nostro dispositivo, un’applicazione in grado di geolocalizzare il dispositivo, mostrarci le pizzerie in loco con consegna a domicilio e poter procedere ad ordinarle con un tasto, aspettando solo l’arrivo delle pizze calde direttamente a casa.

E ancora, facciamo un altro passo avanti ed immaginiamo che, invece del telecomando, io abbia un televisore touch screen e lo utilizzi come un gigantesco tablet (ad oggi non è previsto). Potrei, per esempio, mentre sto guardando una televendita di un set di coltelli, ordinarli con un tasto come faccio con le applicazioni sugli smartphone senza nemmeno dover andare a cercare il telecomando. Si tratterebbe di agevolare maggiormente il cosiddetto “acquisto d’impulso“, uno dei concetti fondamentali dell’abbecedario del Marketing.

Questi sono solo alcuni degli innumerevoli ambiti di applicazione di un televisore non solo interattivo e always on, ma pensato e strutturato secondo il nuovo e vincente concetto lanciato da Jobs : non più servizi rivolti alla massa, modesti e gratuiti, ma servizi massive di qualità che siamo disposti ad acquistare a importi spesso risibli.

E se un’azienda come Samsung ha deciso da tempo di utilizzare il Sistema Operativo di Google sui suoi dispositivi mobili, il passo verso l’utilizzo di una versione di Android direttamente sui suoi televisori è breve.

A questo punto potremo avere una giusta convergenza tra Web, Social, Application Store, Television, Entertainment.

E i broadcaster avrebbero la loro opportunità di non soccombere all’inarrestabile avanzamento della Rete.

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